Le sensazioni delle imprese, in vetrina a Milano per la 33esi.ma edizione di Bi-Mu, offrono un quadro mediamente positivo per un comparto orientato nel 2022 a sfondare ogni record in termini di produzione, domanda di mercato interna, esportazioni. Gli ultimi dati sugli ordini sono in realtà a due facce: da un lato è visibile un progresso oltreconfine, una crescita di oltre il 3%; dall’altro una caduta sul mercato interno, calo di 1.0 punti che porta in rosso la media generale. Frenata comunque attesa, dopo il più che raddoppio dello scorso anno, che lascia in realtà l’indice su valori mediamente elevati, in linea con quanto accadeva nel periodo pre-crisi. La sensazione è quella di un settore in una fase di transizione, con un carnet di ordini ancora robusto e tuttavia coinvolto come altri dalla situazione di generale incertezza che colpisce il mercato, Tra difficoltà nel reperimento della componentistica, crisi geopolitica e impennata dei costi dell’energia.
Il calo delle commesse in Italia è in parte fisiologico, ma va interpretato alla luce dei grandi fattori di destabilizzazione in si opera. Per questo si chiede al nuovo Governo un piano straordinario di interventi a sostegno delle imprese, fondamentale per il mantenimento del tessuto economico e sociale del Paese.
I racconti delle imprese confermano l’esistenza di un quadro misto, tra domanda ancora robusta e segnali di incertezza che iniziano a palesarsi. Qualche rallentamento è visibile anche per i ritardi nella supply chain. Ma mediamente la situazione è ancora positiva e in effetti si pensa di chiudere l’anno su livelli di ricavi record.
Siamo al nuovo massimo di vendite e se guardiamo al portafoglio ordini si vede un livello doppio rispetto alla media, c’è lavoro fino a metà del prossimo anno. Si registra anche una forte crescita di richieste dalla Russia, dove però è ancora tutto bloccato.
La stima per il 2022 resta ad ogni modo ancora improntata aIl’ottimismo, con una produzione di categoria vista salire al nuovo record di sempre, oltre i sette miliardi di euro, un export che dovrebbe assestarsi sui 3,6 miliardi e un consumo nazionale verso i 5,7 miliardi, anche in questo caso nuovo top assoluto.
Altro trend evidente riguarda la virata verso la robotica, con una domanda crescente in arrivo per i costruttori di hardware ma anche per gli integratori, coloro che sviluppano i sistemi di automazione lungo le linee produttive.
Peraltro, anche se il trend resta favorevole, a settembre si è vista un’incertezza crescente, con un rallentamento della raccolta. I comparti energivori, ad esempio le fonderie, stanno mettendo in standby qualche investimento, scelta ragionevole visti i prezzi dell’energia. Ma le prospettive in generale paiono buone, anche in termini di personale si è tornati sui livelli prepandemici.