Un bazooka di stimoli da 1.900 miliardi di dollari, che potrebbe fruttare un +1% alla ripresa globale e far crescere il Pil Usa del 6,5%. E un maxi-piano di investimenti pubblici su infrastrutture, ambiente (3.000 miliardi $) che sarà annunciato dopo l’indipendenza dalla pandemia attesa il 4 luglio. Grazie ad una vaccinazione di massa che procede al ritmo di due milioni di dosi inoculate al giorno.
Il New Deal dell’amministrazione Biden punta a ricucire rapidamente la crisi da Covid-19. Uno scenario stimolante anche per l’Italia, che ha negli Usa un partner strategico, un volume di export di 42,5 miliardi di euro, stimato in crescita a 43,9 miliardi nel 2021, 46,5 nel 2023 (Sace Simest). Nella mappa delle geografie a più alto potenziale per esportazioni e investimenti di Padova e Treviso, gli Stati Uniti scalano la vetta: dal 7° al 3° posto in un decennio (2009-2020). Il valore complessivo delle merci esportate è aumentato dai 546 milioni di euro nel 2009 a oltre 1,7 miliardi nel 2020 (pari al 31,2% del totale Veneto – 5,5 mld). Un balzo del 216%, appena frenato nel 2020, che ha contenuto il calo (-4,7%) grazie al rimbalzo nella seconda parte. Una vitalità e penetrazione, spinta dalla qualità del made in Italy, che si intende rilanciare e sostenere, sotto il profilo informativo, manageriale e degli investimenti. Mettendo a fattor comune i casi aziendali “di successo” per diffondere alla più ampia platea di Pmi un approccio corretto (e vincente) al mercato a stelle e strisce.
La ripartenza dopo la pandemia non potrà che essere trainata da quei grandi fattori di resilienza della nostra economia che sono l’export e le eccellenze settoriali, come meccanica e componentistica, agroalimentare, arredo e design, moda e sportsystem. A maggior ragione in un Paese come gli Usa, dove la potenza di fuoco degli stimoli espansivi apre opportunità concrete anche alle nostre esportazioni.
Gli Stati Uniti rappresentano per i territori di Padova e Treviso il terzo mercato più importante, dopo Germania e Francia. La battuta d’arresto inevitabile c’è stata nel 2020. Ma sarà uno stop solo temporaneo poiché il nostro export è pronto a risalire la china. Si guardia con grande attenzione alla nuova amministrazione Biden. Sul piano dei rapporti commerciali Usa-Ue, i primi passi confermano un atteggiamento e una strategia più costruttivi rispetto alla precedente. L’auspicio è che tutto ciò porti nel tempo ad una progressiva eliminazione dei dazi che negli ultimi anni sono stati posti da entrambi i lati dell’Atlantico.