Risultati rilevanti grazie all’aumento della produzione e ai nuovo ordini. Buone prospettive per il 2022
Crescita record del settore manifatturiero italiano ad aprile. Secondo gli ultimi dati sulle Piccole e medie imprese (Pmi), il comparto ha riportato ad aprile i risultati migliori mai registrati. Il tasso di aumento della produzione è stato il terzo più elevato negli ultimi 23 anni, mentre la crescita dei nuovi ordini, conseguentemente al rafforzamento della domanda da parte dei clienti e alla migliore fiducia del mercato, è risultata la più alta da aprile 2000.
I dati rilevati indicano che, ad aprile, l’indice Pmi manifatturiero ha registrato 60,7, in aumento rispetto al 59,8 di marzo. Si tratta del miglioramento più rilevante delle condizioni operative dal giugno 1997.
Le interruzioni sulla catena di distribuzione continuano tuttavia a frenare il settore. I tempi medi di consegna si sono allungati a livelli quasi record facendo aumentare notevolmente i costi e ponendo maggiori pressioni inflazionistiche. Di conseguenza le aziende hanno incrementato i prezzi medi di vendita a livelli record, però gli ultimi dati hanno mostrato una prestazione del settore complessivamente strepitosa. I produttori dei beni di consumo hanno continuato ad arrancare in parte a causa del significativo impatto delle problematiche relative alla fornitura. Crescite quasi record sono state però osservate nel sotto settore dei beni intermedi e in quello dei beni di investimento.
Le aziende del settore sono rimaste convinte che la produzione aumenterà ulteriormente nel corso dell’anno prossimo, e anche se gli ostacoli sulla catena di distribuzione restano un a grande preoccupazione, gli ultimi dati Pmi non hanno ancora mostrato segnali di rallentamento nel settore manifatturiero italiano.
Il risultato straordinario di aprile è attribuibile soprattutto alla crescita più veloce della produzione e dei nuovi ordini: la prima in aumento al terzo valore record su base mensile, mentre i nuovi ordini totali sono cresciuti al livello maggiore in 21 anni. Le aziende hanno attribuito la crescita alla migliore domanda e alla maggiore fiducia da parte dei clienti.
Anche gli ordini esteri ad aprile sono rimasti elevati, aumentando notevolmente, ad un tasso però leggermente più lento di quello di marzo. Ma tutto il settore manifatturiero europeo sembra ormai essersi messo la crisi Covid alle spalle. A testimoniarlo sono gli indici Pmi delle principali economie del continente, tutti ben al di sopra della soglia dei 50 punti, che separa la fase di espansione da quella di contrazione.
Ad aprile, quello complessivo dell’Eurozona è salito a quota 62,9, il dato più elevato mai registrato dall’inizio dell’indagine nel 1997. E livelli record si sono registrati anche in Italia, Spagna, Austria e Paesi Bassi. L’indicatore si è leggermente contratto in Germania e in Francia, ma mantenendosi sempre in prossimità dei massimi storici. La crescita della produzione è stata frenata da alcuni limiti di capacità, a loro volta causati in parte dai ritardi nella catena di approvvigionamento. La carenza di materiali ha di conseguenza fatto innalzare i prezzi di acquisto a un tasso superato solo una volta nella storia dell’indagine, nel febbraio del 2011. Prodotti chimici, metalli e materie plastiche sono tra quelli che hanno riportato i maggiori aumenti di costo, spingendo le imprese ad aumentare i prezzi alla vendita.